Sensoristica

I sensori sono componenti fondamentali di ogni impianto domotico, poiché permettono l’acquisizione di alcuni parametri ambientali, che consentono di intervenire in modo manuale o automatico per migliorare il comfort all’interno di un ambiente.
Un sensore rileva solamente dati grezzi, spesso livelli di tensione o corrente elettrica proporzionali al valore di un certo parametro, i quali devono poi essere letti e interpretati da un qualsiasi computer con microprocessore esterno al sensore, che può essere ad esempio un HomePLC. I sensori più evoluti possono effettuare una pre-elaborazione del segnale, ma il controllo e la gestione vengono fatti quasi esclusivamente all’interno del microprocessore, sia per una questione di potenza di calcolo, sia per poter combinare i dati ricevuti da più sensori e agire sull’ambiente in maniera più consapevole e mirata. Ad esempio, un termostato che si attiva solo sulla base della temperatura è sicuramente inefficiente rispetto ad un sistema che utilizza anche l’umidità come parametro di input.

I parametri rilevati più comunemente sono temperatura, umidità, e pressione, utilizzati per la termoregolazione di una stanza, la luminosità ambientale per capire se è necessario accendere o meno una luce o sistema di illuminazione, ma recentemente si stanno diffondendo anche sensori di polveri sottili e di CO2 per monitorare la qualità dell’aria e intervenire con sistemi di ventilazione per il filtraggio e il ricambio d’aria, oppure semplicemente per avvisare l’utente di aprire una finestra.
Un sensore che rileva l’apertura di una finestra ha svariate funzioni, ad esempio può essere sfruttato come avviso di intrusione per far scattare un allarme, oppure per evitare sprechi di energia, spegnendo il riscaldamento in una certa stanza se l’utente decide di arieggiare l’ambiente, oppure per avvisare l’utente uscito di casa che ha dimenticato una porta aperta.

Altre tipologie di sensori rilevano la presenza di persone all’interno di una stanza o abitazione per attivare un determinato scenario, volto spesso al risparmio energetico, ma possono anche intervenire per migliorare accuratezza e precisione di altre misure, ad esempio per il solito controllo di temperatura, oppure possono identificare scenari di pericolo per la sicurezza o la salute delle persone.
L’interruttore differenziale, comunemente conosciuto come salvavita, è un esempio lampante di questa categoria di sensori, dato che è presente praticamente in ogni impianto elettrico, e interrompe il flusso di corrente nel caso di folgorazione o dispersione verso terra, proteggendo l’utente da pericolose scariche elettriche.

In tempi recenti si stanno affermando sul mercato e stanno diventando di uso comune anche sensori che rilevano alcuni tipi di agenti inquinanti, tossici, o composti organici volatili per avvertire l’utente che è necessario intervenire per purificare l’aria di un determinato ambiente. Un classico esempio, usato ormai da molti anni, è un sensore per rilevare la presenza di gas tossici tra cui il monossido di carbonio, che è pericoloso per l’uomo, e far scattare un allarme solitamente acustico al rilevamento del gas, per permettere all’utente di intervenire e trovare l’eventuale perdita nel proprio impianto.